In Italia, quando si parla di Startup, si fa riferimento ad una nuova impresa, nelle forme di un’organizzazione temporanea o una società di capitali, in cerca di un modello di business ripetibile e scalabile. Sebbene inizialmente questa definizione veniva principalmente collegata alle start-up operanti nel settore Internet o tecnologie dell’informazione, ad oggi è sempre più frequente trovare bandi e iniziative a favore di start-up di qualsiasi settore, inclusi anche i tradizionali esercizi commerciali. La maggior parte di essi sono infatti indirizzati alle “startup innovative”, termine definito per la prima volta col decreto-legge n. 179/2012 (convertito in legge n. 221/2012). Tale decreto delinea in maniera puntigliosa i principali requisiti che le imprese devono avere per rientrare all’interno della definizione di “startup innovativa”. La minuziosità di questa definizione è strettamente collegata al fatto che queste imprese possono concorrere all’equity crowdfunding, e godere di particolari agevolazioni concorrendo a bandi dedicati principalmente alle nuove imprese. Negli ultimi anni, queste imprese sono cresciute come funghi in Italia, e di conseguenza le opportunità di finanziamento sono aumentate in parallelo. Tra queste, le più importanti sono quelle sponsorizzate dal MISE, tramite Invitalia, come Smart&Start e il più recende bando SmartMoney. Assieme ai contributi statali vanno però affiancati quelli Regionali – che presentano caratteristiche diverse, a seconda della Regione – e quelli privati sponsorizzati da Fondazioni o Casse di Risparmio.
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