Prima di addentrarci nel mondo dei finanziamenti europei, è fondamentale fare un’iniziale distinzione: la Commissione europea ha due strade principali per spendere le proprie risorse. La prima, è quella di emettere autonomamente avvisi pubblici, tramite le proprie Direzioni Generali o le Agenzie che attuano programmi specifici – i cosiddetti finanziamenti diretti. La seconda, è quella di trasferire le risorse ad altri soggetti attuatori, tipicamente Stati e Regioni – in questo caso, si parla di finanziamenti indiretti.
In riferimento ai finanziamenti diretti, ogni Direzione Generale (vedi l’elenco completo) o Agenzia (vedi la pagina ufficiale per la ricerca delle Agenzie EU) predispone il proprio programma (annuale o pluriannuale) nel quale vengono declinati obiettivi e misure previste, nonché le relative risorse finanziarie a disposizione. Per la loro attuazione, la Commissione può ricorrere ad appalti (Call for Tenders) o ad avvisi di chiamata per progetti (Call for Grants). Per i non addetti ai lavori è spesso difficile districarsi fra i bandi e gli strumenti finanziari della Commissione, anche perché se per gli appalti EU esiste un’unica banca dati (il Tenders Electronic Daily – TED), non esiste un equivalente strumento unico per le Call for Grants. Per non perdersi in questo abisso di informazioni, concentriamo la nostra attenzione sugli strumenti direttamente accessibili dalle PMI italiane, elencati anche sul portale ufficiale EU sui finanziamenti diretti per le imprese:
- COSME. È uno strumento creato per migliorare l’accesso delle PMI al credito, principalmente attraverso due strumenti:
- Garanzia sui prestiti. Il programma fornisce garanzie e controgaranzie ad intermediari finanziari (come società di garanzia, banche e società di leasing) affinché possano erogare un maggior numero di prestiti alle Pmi. In Italia al momento la sua attuazione principale è quella attuata direttamente dal fondo di garanzia di MedioCredito Centrale per conto del Ministero dello Sviluppo Economico. Pochi altri operatori minori hanno aderito in Italia: Sace (una spa della Cassa depositi e prestiti), Credem, Società Regionale di Garanzia Marche.
- Strumento di capitale di rischio per la crescita. Il programma fornisce capitale di rischio a fondi di investimento (prevalentemente di venture capital) destinati principalmente a piccole e medie imprese che si trovano in fase di espansione e crescita. Per l’Italia ha finora aderito solo il fondo di venture capitale Panakès.
- EASI. È il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale da attuarsi tramite microfinanziamenti. Per l’Italia, ad oggi l’unico erogatore ufficiale è PerMicro.
- Gli strumenti di Horizon 2020. Qui siamo nel campo dei finanziamenti per i progetti innovativi, e per una disamina completa rimando alla pagina dedicata sull’APRE, l’Agenzia italiana per la Promozione della Ricerca Europea, che contiene un’ottima videoguida a cura di Antonio Carbone.
- La BEI – Banca Europea per gli Investimenti (EIB nell’acronimo inglese) eroga normalmente prestiti per progetti superiori ai 25 milioni di euro. Al riguardo non esiste un bando specifico, dato che la BEI si riserva ampia discrezionalità nella selezione dei progetti da finanziare, sulla base dei criteri pubblicati sul sito ufficiale. Ad ogni modo è assai utile dare prima un’occhiata ai progetti finanziati in passato in Italia, che nella stragrande maggioranza riguardano infrastrutture o linee di credito a intermediari finanziari. Per le Pmi la BEI invece si serve di intermediari locali (questa è la lista ufficiale delle banche italiane che beneficiano degli strumenti della BEI).
- il FEI – Fondo Europeo per gli Investimenti (EIF nell’acronimo in inglese) è il fondo di Venture Capital della BEI, che viene definito un “fondo di fondi”, ovvero uno strumento per finanziare dei fondi, che a loro volta finanziano i diretti beneficiari. Una delle sue attuazioni più note in Italia, per quanto riguarda le Pmi, è stato il programma Jeremie durante la programmazione 2007-2013. Per conoscere in dettaglio gli strumenti adottati dal FEI è possibile consultare l’apposita pagina dedicata al contesto italiano.
- Erasmus for Young Entrepeneurs, ovvero il programma per consentire ad aspiranti imprenditori e professionisti di svolgere soggiorni all’estero facendosi ospitare da strutture che si sono “accreditate” al programma. La pagina ufficiale della Commissione riporta il programma generale, nel quale viene sottolineato come qualsiasi imprenditore possa accreditarsi come struttura ospitante. In base alla mia esperienza si tratta per lo più di scambi organizzati da agenzie già specializzate nella mobilità transnazionale.
- Creative Europe, lo strumento europeo specificamente pensato per erogare finanziamenti alle Pmi del settore culturale e audiovisuale.
- Come si evince da questo breve elenco, in realtà la maggior parte di questi strumenti non consente un’erogazione diretta dei finanziamenti alle Pmi. Sono però riferimenti molto utili per sapere quali sono i soggetti ai quali rivolgerci e per quali importi.
Per quanto riguarda, invece, i finanziamenti indiretti, essi rappresentano la fetta più grossa dei finanziamenti comunitari, ma non vengono erogati direttamente dalla Commissione ai diretti beneficiari. Al contrario, vengono assegnati agli Stati e alle Regioni dopo una lunga fase di negoziazione. I principali Fondi strutturali sono organizzati in Italia in Programmi Operativi Nazionali (PON) o Regionali (POR), oltre ai programmi transfrontalieri e interregionali (i vari INTERREG e simili). I Programmi Operativi sono poi solitamente distinti per ciascun Fondo strutturale. Avremo quindi per ogni regione un POR per il Fondo Sociale Europeo (FSE), un POR per il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e un POR per il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR). Le Regioni e i Ministeri possono sia emettere avvisi per assegnare direttamente le risorse a disposizione, sia affidarle ad altri “organismi intermedi” che a loro volta emetteranno bandi su misure specifiche. Per avere un quadro generale abbastanza completo, il sito dell’Agenzia per la Coesione Territoriale è un buon punto d’inizio. Infine, è importante ricordare che in Italia le risorse non sono distribuite uniformemente in tutte le Regioni: la maggior parte è allocata nelle cosiddette regioni dell’Obiettivo convergenza, ovvero in quelle regioni in cui il PIL pro-capite è inferiore al 75% della media EU. In Italia stiamo parlando di Campania, Calabria, Basilicata, Puglia e Sicilia. A queste si aggiungono le “Regioni in transizione”: Molise, Abruzzo e Sardegna. Di conseguenza, un’azienda interessata ad ottenere questi tipi di finanziamenti deve per prima cosa informarsi su come la sua Regione ha deciso di sfruttare tali risorse: una Regione potrebbe impiegare le proprie risorse FESR per erogare direttamente contributi alle aziende che fanno un certo tipo di investimento tecnologico, mentre la Regione confinante potrebbe impiegare le stesse risorse investendole invece in infrastrutture tecnologiche. È quindi necessario seguire i siti istituzionali della propria Regione di appartenenza, magari anche iscrivendosi ai servizi di newsletter esistenti. Solitamente, si tende a studiare nel dettaglio i vari Programmi Operativi, per capire in anticipo quali saranno i futuri settori di investimento: leggendo le singole misure previste da un POR del FESR possiamo capire quali sono le intenzioni della nostra Regione, e muoverci di conseguenza.